La Sinistra riparte. Il Centrodestra non pervenuto

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Carbonia

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Com’era ampiamente prevedibile, la Sinistra a Carbonia serra le fila e prova subito a ripartire. L’occasione è stata quella del sit-in promosso da SEL (al quale prontamente ha aderito il PD) per opporsi alla chiusura dei servizi inglobati nel Centro Giovani di Piazza 1° Maggio. Una battaglia legittima per, anzitutto, difendere alcuni degli storici progetti di aggregazione giovanile e culturale promossi nelle scorse consiliature e per salvare 5 posti di lavoro importantissimi considerato l’attuale contesto economico-sociale. Ma anche un modo per rassicurare il proprio elettorato di riferimento: da quello che ha votato a favore del Sindaco Casti alle scorse Comunali, al restante che per protesta ha scelto il M5S o si è astenuto al ballottaggio.

Il messaggio è chiaro: “ci siamo, nonostante la dura sconfitta siamo ancora vivi e pronti a combattere. Abbiamo deciso di ripartire da qui, dai bisogni della gente e della nostra comunità”.

Un proposito nobile e necessario visto il nuovo ruolo di opposizione democraticamente assegnato dai cittadini, che potrebbe essere di sicuro più efficace se i partiti della Sinistra (in realtà soprattutto il PD) sapranno fare i conti fino in fondo con la sconfitta rigenerandosi al proprio interno e consentendo, al di la delle solite logiche correntizie, l’emersione e l’affiancamento di nuove e giovani forze a quelle esistenti, per rispondere concretamente alle evidenti e ripetitive richieste di cambiamento e rinnovamento arrivate dall’elettorato.

Certamente se il paradigma di riferimento per attuare tale percorso è quello che arriva dai livelli regionali dove il PD ancora oggi non riesce a eleggere il proprio Segretario Regionale (di transizione fino al congresso) a causa della guerra tra “bande”, i dubbi in merito alla sua riuscita sono molti.

Ma se la sinistra (un detto sardo dice ad “arrogusu e mussiusu” – per i non sardi: a piccole dosi) cerca di ripartire, il Centrodestra cittadino cosa fa?

Apparentemente nulla, non c’è traccia. In realtà, già molto tempo prima di queste elezioni il Centrodestra nella propria conformazione storica era pressoché sparito in città: senza paura di smentita considerate le evidenze elettorali, si può dire che l’unica volta nella quale si è presentato veramente unito e combattivo rischiando quasi di vincere le elezioni, è stato nel lontano 2001 con il giovane Alberto Floris precocemente impallinato dai diktat dei capibastone cagliaritani.

Successivamente, nell’era bulgara (dal punto di vista del consenso elettorale) di Tore Cherchi, abbiamo assistito esclusivamente a coraggiosissime candidature di testimonianza come quella del Consigliere Comunale Alberto Zonchello o dell’ex Parlamentare della Repubblica Antonello Mereu che non hanno però minimamente potuto scalfire lo strapotere elettorale della Sinistra e contribuire fattivamente a porre le basi per la costruzione di un’opposizione organica, capace di andare oltre le iniziative dei singoli Consiglieri, per rappresentare il punto di partenza per la costruzione di un’offerta politica di lungo respiro realmente alternativa per il governo della città.

Questo perché il Centrodestra a Carbonia, finché reggevano i partiti storici che oggi sono gravemente in crisi o dissolti, da Forza Italia ad Alleanza Nazionale all’UDC, è sempre stato ostaggio degli interessi elettorali dei pochi barones che in città sono venuti a fare mattanza di voti per assicurarsi la propria personalissima fetta di potere in Regione. Si potrebbe scrivere un libro in merito..

Tornando ai giorni nostri: cos’è rimasto in città del vecchio Centrodestra e di quello che, a livello nazionale, con grandi polemiche e distinguo tra neo populisti e moderati, i vari Berlusconi, Salvini, e Meloni tentano di ricostruire?

Direi poco. Eppure non mancano gli esponenti storici della destra che alle ultime elezioni han diluito la propria presenza a sostegno dei principali schieramenti, dal Centrosinistra ufficiale alle compagini di Ugo Piano e dell’Avv. Daniela Garau. Ma nessuno di essi sembrerebbe interessato a impegnarsi fattivamente per ricostruire un contenitore cittadino nel quale convogliare le forze di destra alternative alla sinistra e al M5S. Probabilmente, se tentassero di farlo, non ne avrebbero nemmeno più la credibilità di fronte all’elettorato.

Eppure esistono in città delle forze giovanissime impegnate, non compromesse con le logiche del passato, che potrebbero realmente contribuire alla realizzazione di un laboratorio politico-culturale di idee e progetti per costruire un’alternativa credibile. Penso ad esempio al giovane opinionista radiofonico e televisivo, nelle emittenti locali, Luca Zanda, e ad altri ragazzi di estrazione liberal-democratica appassionati della politica come lo studente Mirko Vacca. Entrambi estimatori e seguaci del nuovo progetto di rilancio nazionale di una casa dei moderati del Manager Stefano Parisi. Ma anche lo stesso Andrea Corda, candidato Sindaco di Unidos nella recentissima tornata elettorale, che non ha mai nascosto le sue simpatie liberali, potrebbe insieme agli altri rappresentare quella ventata di novità, competenza e purezza per ricostruire anche a Carbonia quella casa dei moderati che governa in molte realtà in Italia ed esiste nella totalità dei paesi democratici Occidentali.

Dunque, non è superfluo affermare che la palingenesi del centrodestra cittadino per essere realmente credibile, dovrà necessariamente passare dal rinnovamento di coloro che, eventualmente, lo rappresenteranno.

Anche perché l’eco degli scandali che hanno travolto alcuni tra i vecchi esponenti politici locali, è ancora troppo forte nella mente di molti elettori, simpatizzanti e attivisti per essere facilmente ignorato.

Nel frattempo lo spazio elettorale del Centrodestra in città è stato prepotentemente occupato dal M5S, e di conseguenza il sistema politico cittadino è sempre più avviato verso la bipolarizzazione tra Centrosinistra e il Movimento di Grillo.

MANOLO MUREDDU