Bilancio Comunale, parla il consigliere Stivaletta

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Carbonia

È stato approvato il 28 marzo, appena due giorni fa, il Bilancio di previsione del Comune di Carbonia.

Nonostante una maggioranza risicata e una Giunta, quella guidata dal Sindaco Massidda, che non smette di perdere componenti (l’ultimo assessore ha rassegnato le dimissioni pochi giorni fa), l’amministrazione a Cinque Stelle è riuscita comunque a far approvare il Bilancio.

14 i voti favorevoli, 8 quelli contrari, un astenuto!

A questo proposito abbiamo raggiunto il consigliere di opposizione, l’Avvocato Michele Stivaletta, che ha voluto lanciare un segnale di apertura all’amministrazione comunale attraverso la sua astensione.Michele Stivaletta

Carbonia.net: Consigliere Stivaletta, può spiegare ai nostri lettori i motivi per i quali ha scelto di astenersi dal votare la manovra di Bilancio?

Michele Stivaletta: La situazione complessiva in cui versa l’Amministrazione comunale non è certo delle migliori.

Le continue dimissioni di Assessori non aiutano gli uffici; gli scontri interni alla maggioranza rendono la gestione instabile e poco efficace ed efficiente.

Tutto ciò impedisce di elaborare atti capaci di ridare slancio alla Città.

Manca la progettualità, la programmazione, manca un progetto condiviso di sviluppo. Senza tutto questo si rischia di utilizzare male le poche risorse a disposizione e di non riuscire ad aggiudicarsi bandi per acquisire finanziamenti; ciò impedisce anche di proporsi verso la Regione e lo Stato per ricevere finanziamenti per progetti di sviluppo ambiziosi. Oggi manca tutto questo.

A pagarne le conseguenze sono tutti i cittadini, i quali prima come ora sono privati del loro futuro, che risultano oramai quasi apatici e rassegnati. Nemmeno si esce più per condividere gli spazi comuni, nemmeno si ha più il piacere di fare una passeggiata. Queste sono le cose più gravi.

Sono state tradite le più elementari promesse che avevano portato la popolazione a credere in coloro che oggi amministrano la Città. Sappiamo tutti che amministrare una città è difficile, si devono fare delle scelte importanti e spesso impopolari. Mettersi all’ascolto, promuovere occasioni di confronto, condividere le scelte con la popolazione e tutte le forze politiche. Tutto questo non avrebbe un peso sul bilancio.

La tanto decantata democrazia diretta, dopo la campagna elettorale non si sa nemmeno cosa sia, non si scorge una reale intenzione di stare tra la gente. Questa penso che sia la più grande delusione, che peraltro non comporterebbe aggravi per le casse comunali. Occorrerebbe maggiore dedizione, occorrerebbe più umiltà da parte del Sindaco in primis.

Le dimissioni di questi primi due anni dimostrano che ci sono problemi seri in maggioranza, una Consigliera e cinque Assessori, sono troppi. Le motivazioni sono quasi sempre un mistero.

A ciò si aggiunge che durante la votazione degli emendamenti, quattro o cinque Consiglieri a turno e talvolta tutti insieme si sono astenuti, non seguendo le indicazioni della Giunta.

Un bilancio senza cuore, senza novità degne di nota. Anzi con numerose note dolenti, ci sono stati infatti numerosi aumenti, dal 10 al 15 % su voci quali tra le altre: asilo nido, mensa, gestione di impianti sportivi, oneri cimiteriali, diritti di segreteria, ecc… i rincari hanno toccato persino i matrimoni, evidentemente visti come un business per i nostri amministratori; basti pensare che per sposarsi nella torre civica si devono sborsare d’ora in poi ben 400 euro, che diventano 550 euro se scegli Monte Sirai.

Tutto ciò avrà pesanti ripercussioni sulle famiglie e sul tempo libero, sullo sport, sui nostri figli.

È inaccettabile.

L’unico elemento di novità rispetto al passato è il baratto amministrativo, voluto e condiviso tra maggioranza ed opposizione, in cui mi sono speso in prima persona, insieme ai colleghi di maggioranze ed opposizione, con mozioni in Consiglio comunale e ore di lavoro in Commissione per dare la luce al relativo regolamento. Nell’auspicio che lo strumento possa essere apprezzato ed utilizzato da quella parte della popolazione che ha realmente bisogno di un sostegno ma che non si vuole limitare a percepire un sussidio ed intende collaborare per restituire alla comunità una prestazione nell’interesse collettivo, riscoprendo valori come mutualità e solidarietà. Non sono state impegnate però sufficienti risorse.

Per il resto, non si sono risolti i problemi della sicurezza di Sirai, in cui ho chiesto a gran voce di installare un autovelox fisso. Probabilmente a breve inizieranno con quello lo strumento mobile ed è già un piccolo passo avanti.

Ho chiesto maggior decoro per gli accessi della Città e con il voto favorevole all’emendamento firmato da tutta l’opposizione relativo alla pulizia del campo rom di Sirai si è andati in quella direzione.

Il problema della TARI per chi produce rifiuti speciali è tutt’oggi irrisolto, così come è irrisolto il nodo So.Mi.Ca e quello del contrasto con la Pro Loco; rimane tutt’oggi il dubbio relativo al completamento celere della scuola media Satta e quello delle urbanizzazioni, queste ultime in troppi casi e da troppi mai concluse, senza mai incassare le fideiussioni da coloro che avrebbero dovuto realizzare le opere a regola d’arte.

Rimaniamo indietro per quanto riguarda le frazioni, soprattutto Cortoghiana e Bacu Abis.

Per lo sviluppo turistico e del comparto agro-pastorale non è stato previsto nemmeno un euro nel bilancio.

Carbonia.net: Crede che ci siano delle responsabilità precise a tutte queste mancanze?

Michele Stivaletta: Non ho nascosto che il problema più grave che ha la maggioranza e perciò la Citta è la Sindaca, poco umile, non portata per la gestione e poco “politica” se mi lasci passare il termine. Poco battagliera per i problemi della sanità nel Sulcis, forse perché in conflitto di interessi. Già la Sua espressione in Consiglio la dice lunga sulla sua reale voglia di ascoltare e di confrontarsi non solo con i cittadini ma anche con i loro rappresentanti.

Tanto premesso occorre però fare delle scelte.

Carbonia.net: Che tipo di scelte?

Michele Stivaletta: Tutti parlano, me compreso, della necessità di maggiore dialogo e maggiore collaborazione nell’interesse generale. A ciò non consegue però una reale azione condivisa.

Questi segnali stentano ad arrivare. Ho perciò voluto dare io per primo un segnale importante, senza attendere che gli altri facessero la prima mossa, fare gli attendisti in questa situazione di profonda crisi non serve a nessuno.

Ho voluto comunicare la mia apertura e disponibilità al dialogo con un voto di astensione. Non ho voluto bocciare un bilancio di previsione con mille difetti per mandare un messaggio forte a tutta la maggioranza.

Basta con i giochi di potere, basta con l’appiattimento anche della nuova amministrazione ai vecchi giochi della politica. Lavoriamo uniti per il bene della Città. Noi tutti, io per primo, siamo seduti tra i banchi del Consiglio al servizio dei cittadini e per curare il bene della comunità che ci onoriamo di rappresentare. Ecco perché ho deciso di astenermi e non votare contro questo bilancio di previsione.