Carbonia vista da Magira. Intervista a Marina Girardi

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Classe ’79, bellunese di nascita, Marina Girardi si può incontrare, a piedi o in bici, per le vie di Bologna, città dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti in Fumetto e Illustrazione.
Nel 2008 vince il premio Komikazen, il Festival internazionale del fumetto di realtà di Ravenna, presentando Kurden People, pubblicato poi nel 2009.
Le sue esperienze di educatrice ambientale, di docente in laboratori di fumetto e di “cantastoriessa”, hanno trovato una sintesi con il progetto Nomadisegni: insieme a Rocco Lombardi gira l’Italia, coinvolgendo grandi e bambini in laboratori di fumetto itineranti e trovando, al tempo stesso, spunti per nuove storie e nuovi disegni.
Lungo il suo cammino è stata anche a Carbonia. Da quell’incontro sono nate quattro tavole, che da allora viaggiano insieme a lei, aiutandola a raccontare le storie nascoste dentro al paesaggio.

1Carbonia.net: Ciao Marina. Innanzitutto, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Ricordi il momento in cui hai capito che saresti diventata un’illustratrice?

Magira: Non c’è stato un momento di rivelazione, ma un processo di ricerca, un continuo tentativo di portare avanti le mie passioni e trovare il modo di unirle in qualcosa di organico. Quando mi sono trasferita a Bologna dopo il liceo, iscritta a una facoltà che non mi soddisfaceva e intenta a fare mille lavoretti per mantenermi, mi sentivo sperduta e demotivata, allora ho deciso di prendere sul serio i miei quaderni pieni di racconti, canzoni, disegni e di cercarmi dei maestri. Per far sì che anche la mia fonte principale d’ispirazione, l’ambiente naturale, diventasse parte della mia professione, nel contempo portavo avanti esperienze di lavoro agricolo e come educatrice ambientale in una fattoria didattica.

Carbonia.net: Dove trovi principalmente la tua ispirazione?

Magira: Il motore di fondo è la dimensione del nomadismo che porta alla sospensione delle sovrastrutture legate alla quotidianità e dunque alla contemplazione e alla meraviglia. É soprattutto quando mi immergo nel paesaggio, con lunghe o brevi passeggiate, a piedi o in bicicletta, a trovare ispirazione. Il mio mondo interiore si specchia nell’ambiente che attraverso e riesco a dargli forma. Prediligo gli ambienti dove natura e cultura si incontrano, e più l’ambiente è suggestivo e gli incontri interessanti, più prende forza l’esigenza di raccontare.

Carbonia.net: I progressi tecnologici e il veloce modificarsi dei metodi di fruizione di contenuti, come ad esempio gli ebook, hanno influito nel modo di pensare alle tue creazioni?

Magira: Ho sempre accostato l’utilizzo di blog e social network con attività che invece sono occasioni di incontro vero e proprio (i laboratori, i festival, una bicicletta da pittrice con cui creo un atelier “on the road”, uno spettacolo di cantastorie): non concepisco l’una cosa senza l’altra.

Carbonia.net: Quando canti una canzone, vedi le immagini? Quando disegni, senti la musica, i versi degli animali, le parole delle persone?

Magira: Spesso la composizione delle canzoni avviene proprio nell’atto di camminare. Il ritmo dei passi, o della pedalata, il silenzio e la mente sgombra fanno da culla per i versi che nascono. Durante le soste invece elaboro i disegni, che prendono le tinte dell’ambiente in cui sono immersa. E la stesura del segno è ancora accompagnata dalle parole: non c’è un confine netto tra le canzoni illustrate, me e il paesaggio.

3Carbonia.net: Potresti dare un consiglio a un giovane che crede di poter intraprendere il tuo percorso? Come dovrebbe muoversi?

Magira: Penso che la parola d’ordine rimanga sempre la stessa: autoproduzione. Creare situazioni per confrontarsi con gli altri riguardo il proprio lavoro e curarlo in modo da renderlo fruibile agli altri, penso siano un forte motore di crescita. E naturalmente studiare studiare studiare -non solo le tecniche, ma tutto ciò che serve a far maturare una propria poetica- cercare buoni maestri e farsi guidare da loro.

Carbonia.net: Parliamo ora di Nomadisegni. Come vi è venuta in mente un’idea del genere? Avete preso ispirazione da altri percorsi?

Magira: Nomadisegni è il nome che io e Rocco abbiamo iniziato a usare per definire una pratica che portiamo avanti da quando ci conosciamo: quella di disegnare storie ispirate ai luoghi che attraversiamo durante i nostri nomadismi. Col tempo abbiamo sentito l’esigenza di dargli una forma più definita, per raccogliere le nostre esperienze e poterne proporre di nuove, per coinvolgere anche altre persone.
Un’esperienza che in particolare sentiamo vicina alla nostra è quella di Giuliano Scabia che negli anni 70, con un gruppo di studenti del DAMS di Bologna, andava nei paesi e proponeva un teatro improvvisato sulla base delle vicende dei paesi stessi. La loro era poi uno stimolo alla riflessione su temi sociali come lo spopolamento delle campagne in seguito al boom industriale.

Carbonia.net: In progetti di questo genere, solitamente i bambini sono più partecipi degli adulti, forse perché meno appesantiti da sovrastrutture subentrate durante la crescita e la formazione. Capita anche nelle vostre “passeggiate disegnate”?

Magira: Coinvolgere gli adulti in laboratori solitamente dedicati ai bambini ci ha fatto piacevolmente scoprire che anche i grandi, e forse soprattutto loro, hanno voglia e bisogno di trovare mezzi espressivi per raccontarsi, proprio per alleggerirsi dalle sovrastrutture di cui parli.

Carbonia.net: Durante il vostro lavoro di “interpretazione” dei paesaggi, abbiamo notato che avete fatto tappa anche a Carbonia. Che ricordi hai di quei momenti?

Magira: La mia permanenza a Carbonia è stata molto breve, ma l’incontro con una città dalla storia così significativa, e con un territorio così denso di storia e di storie ha fatto sì che nascessero le due tavole di “Benibeniusu a Carbonia”, che fanno parte del repertorio della Cantastoriessa.

Carbonia.net: C’è un modo per apprezzarti come “cantastoriessa”, oltre a partecipare agli incontri dal vivo? Hai in programma una pubblicazione anche in questo senso?

Magira: La registrazione delle canzoni è senz’altro in programma, con i tempi un po’ dilatati di chi, come me, porta avanti diversi percorsi paralleli!

2Carbonia.net: In quale modo vengono organizzate le tappe di Nomadisegni?

Magira: Solitamente il progetto delle nostre tappe nasce da incontri inaspettati in luoghi scoperti quasi per caso. Man mano che giriamo l’Italia la nostra rete di conoscenze si amplia e seguendo il filo di questi incontri ci sentiamo collegati a una rete invisibile e parte di una comunità che non ha confini geografici o culturali.
I tratti comuni che ci sorprende di ritrovare nelle persone con cui collaboriamo sono la cura dedicata alla nostra ospitalità, l’entusiasmo nel mettersi in gioco insieme a noi, ma soprattutto la resistenza nel vivere in luoghi dove spesso fare qualsiasi cosa che vada in una direzione che non è già tracciata, costa grandi e sforzi e sacrifici.
Quello che resta difficile da descrivere è la profonda carica di energia che ci pervade per ognuno di questi incontri. All’inizio ci sentivamo i fortunati raccoglitori dei semi delle storie ispirate al paesaggio e pensavamo di farne semplicemente farina da impastare nei nostri lavori. Poi abbiamo iniziato ad accorgerci che in ogni racconto c’è anche e soprattutto il lievito, una vera e propria linfa, e che attraverso l’attaccamento al territorio, la conoscenza delle proprie radici, la ricerca di un intimo legame con la terra si legge la forma che ognuno dà all’amore per la bellezza, l’autenticità e la vita.

Carbonia.net: Grazie ancora, speriamo di poterti incontrare presto.