Anche le ultime due giornate del Carbonia Film Festival sono state ricche di eventi e caratterizzate da una bella partecipazione generale. Le cose da raccontare sarebbero tante, ma ci limiteremo a pubblicare le recensioni degli ultimi due film in concorso e le premiazioni della giornata finale.
Regia di Kiro Russo
Genere: Fiction (Bolivia, Qatar, 2016, 80′)
Si può fare un film duro sul lavoro e sulla sofferenza umana che sia suggestivo e caratterizzato da un’atmosfera tanto terribile quanto affascinante? Viejo calavera può essere un esempio degno di nota riguardo al fatto che ciò sia possibile.
“Dov’è zia Rosa?” l’eco di una donna tra le montagne che cerca un bimbo nel buio della notte, mentre a sua volta viene cercata. Voci nel silenzio e fasci di luce. Sembra di sentire l’umida freschezza notturna attaccarsi sulla pelle, ascoltando le presenze e percependo le assenze negli ampi spazi oscuri. Le torce cercano, le voci chiamano e le orecchie ascoltano.
Passano soltanto pochi minuti e si assiste a un lunghissimo e meraviglioso piano sequenza, lo spostamento da una casa all’altra fino alla scoperta del cadavere dell’uomo, per poi uscire nuovamente per spostare il corpo.
Viejo calavera è un film spettacolare dal punto di vista tecnico, con movimenti di macchina da scuola di cinema e una fotografia di rara bellezza. La storia risulta un po’ in secondo piano – come forse dovrebbe essere in tutti i film degni di essere lodati, riguardati e ricordati -, al servizio degli ambienti e dell’atmosfera. Parla di un ragazzo e della sua solitudine. Dopo la morte del padre questi è stato accolto dalla nonna e ha ottenuto un posto di lavoro in miniera. Ma di tutto ciò sembra importargli poco, perché questi beve alcolici in eccesso e si immischia continuamente in situazioni pericolose. In questo scenario si crea un clima di tensione quando emergono degli inquietanti sospetti sulla morte del padre.
Le caratteristiche degli uomini raccontati trovano una somiglianza estetica negli abissi del luogo di lavoro. Le lunghe gallerie delle miniere vengono valorizzate dalla regia del bravo Kiro Russo: bagliori dal fondo, in mezzo all’oscurità, si avvicinano facendo luce sui binari. Sono i minatori con le torce sui caschetti, gli stessi che discuteranno del destino di quel luogo così difficile e delle loro condizioni. Emblema di un’umanità sopraffatta dal vuoto e dalla fatica della vita, che nonostante tutto è più che presente e trova la forza per reagire. Non è facile e migliorare certe condizioni è davvero arduo, forse impossibile. Ma è importante trovare la forza e il coraggio per provare a ottenere un’esistenza migliore.
In questo lungometraggio il buio pervade i tunnel, le case e i personaggi. In qualche situazione la miniera è persino più luminosa delle abitazioni. Nonostante questo, nel finale si lascia aperto uno spazio per la luce. Questo avviene in molti sensi e modi, dando spazio ai raggi del sole e alla speranza di un futuro migliore. Anche le riprese diurne che chiudono il film regalano allo spettatore immagini belle e suggestive come quella del tetto riflesso sull’acqua della piscina.
Viejo calavera è un ottimo film che racconta ambienti problematici e vite difficili. Lo fa con maestria e onestà, lasciando emergere il complesso rapporto tra la durezza della vita e l’umanità, presente anche negli individui più “oscuri”.
Regia di Ali Hammoud
Genere: Documentario (Libano, Qatar, 2016, 69′)
Se pensate che tra un autovelox e un parcheggio stretto guidare sia diventato un vero e proprio incubo, potete solo immaginare cosa possa significare fare il camionista tra l’Egitto e il Sudan o tra la Siria e la Giordania.
Si guidano enormi macchine cariche di merce in luoghi in cui la guerra è nell’aria, le dogane sono un’incognita e il carburante può diventare problematico da reperire, lontani chilometri e chilometri da casa.
Asphalt segue le vite di alcuni di questi camionisti, raccontandone i pensieri, mostrando i luoghi percorsi e le situazioni incontrate durante i viaggi.
Lo scenario generale potrebbe essere definito come dinamico, ma il termine “irrequieto” aiuta a rendere meglio l’idea.
Possono esserci cambiamenti improvvisi e confini da attraversare che vengono chiusi con ulteriori conseguenze, come i cambiamenti degli accordi stipulati in precedenza.
In questo documentario di Ali Hammoud possiamo vedere tantissimi camion fermi al confine sirio-giordano; possiamo conoscere la situazione dei camionisti egiziani costretti a tornare al proprio paese, così come possiamo intuire difficoltà di ogni genere, ad esempio la mancanza di tutela per chiunque passi in Siria – come puoi pensare di poter fare una denuncia in una situazione del genere?
Ma soprattutto quello che possiamo scoprire è il lato umano di questi lavoratori. Emerge in particolar modo una forte religiosità, il desiderio di condivisione, l’attaccamento alla propria casa e il senso di dovere per la famiglia.
L’impressione che si può avere osservando queste persone nel film è che si sarebbe potuto scavare più a fondo. Inevitabilmente, la presenza del regista ha influenzato i protagonisti, abituati a guidare in solitudine per giorni e con ogni probabilità desiderosi di compagnia e socialità. Si avverte fortemente la presenza dell’operatore per tutta la durata del film, che filma e interagisce con molto tatto e profondo rispetto per le persone raccontate – ma che di fatto ne influenza l’atteggiamento.
Un grande punto di forza del documentario è invece la visibilità data all’intreccio tra le esistenze dei camionisti e le situazioni politiche.
Il risultato nel complesso è molto buono, merito di Hammoud che è riuscito a mostrare numerose situazioni di quei luoghi e allo stesso tempo farci conoscere i pensieri di chi queste cose le vive giorno per giorno, chilometro per chilometro.
PREMIAZIONI FINALI DEL CARBONIA FILM FESTIVAL
Concorso Internazionale Lungometraggi – Documentari
Premio Miglior Film:
Il respire encore di Anca Hirte
Vince un premio di € 5.000,00 con la seguente motivazione:
Per la rara intensità emotiva, per lo sguardo profondo sul sentimento, capace di tradursi in un’amorevole indagine visiva sul corpo, per un linguaggio cinematografico coraggioso e innovativo che, nascendo da un’urgenza narrativa, riesce ad evitare ogni compiacimento.
Concorso Internazionale Lungometraggi – Categoria: Fiction
Premio Miglior Film: Fiction di € 5.000,00
El futuro perfecto di Nele Wohlatz
Vince un premio di € 5.000,00 con la seguente motivazione:
Il premio come miglior lungometraggio va al film della regista Nele Wohlatz perché affronta con ironia e leggerezza temi controversi quali la costruzione dell’identità attraverso il linguaggio, l’integrazione culturale e lo straniamento che deriva dall’emigrazione, con una forma precisa, efficace e decisamente personale.
Menzione speciale della giuria ufficiale:
La Fille du patron di Olivier Loustau
Con la seguente motivazione:
Per i lungometraggi di finzione la giuria ritiene che la La Fille du patron meriti una menzione speciale per essere stato capace, al tempo stesso, di scegliere e dirigere un cast eterogeneo ed efficace e mantenere la lucidità nel doppio ruolo di regista e protagonista.
ALTRI PREMI
Concorso Internazionale Lungometraggi – Fiction
Premio del Pubblico di € 1.000,00
Premio attribuito dagli spettatori ai film del Concorso Internazionale Lungometraggi – Fiction, tramite apposita votazione.
La Fille du patron di Olivier Loustau
Concorso Internazionale Lungometraggi – Documentari
Premio Giuria Circoli del Cinema:
Premio attribuito dai soci dei Circoli del Cinema della città di Carbonia al miglior film del Concorso Internazionale Lungometraggi – Documentari.
Cameraperson di Kirsten Johnson
Vince un premio di € 1.000,00 con la seguente motivazione:
Abbiamo scelto questo film per la sua completezza, non solo perché racchiude i tre temi del festival (cinema, lavoro e migrazioni), ma anche per accuratezza dell’aspetto tecnico. Attraverso lo sguardo di una operatrice del settore, occidentale e critico nei confronti dell’occidente, il film ci racconta le brutture del mondo in maniera elegante, delicata e rispettosa. Si crea un rapporto di empatia tra chi riprende e chi viene ripreso. Proprio nella creazione di questo rapporto la macchina da presa smette di essere un corpo freddo e prende vita. Attraverso la scelta di realizzare il film in forma di diario riesce a cogliere la figura dell’operatore nella sua complessità, una presenza discreta, mai invadente, che ci fa capire quanto lavoro ci sia dietro ogni scena.
Premio Articolo 1 – CGIL
La giuria, composta da Roberto Puddu (Segretario Generale della Camera del Lavoro CGIL Sulcis Iglesiente), Elisabetta Fois (componente della Segreteria Generale della Camera del Lavoro GCIL Sulcis Iglesiente) e Antonello Congiu (Segretario Generale della Funzione Pubblica CGIL Sulcis Iglesiente), ha deliberato come il miglior film sul tema del lavoro, tra quelli selezionati (La Fille du Patron di Oliver Loustau, Snails di Grzegorz Szczepaniak, Schicht di Alex Gerbaulet, Viejo calavera di Kiro Russo, El futuro perfecto di Nele Wohlatz):
Viejo calavera di Kiro Russo
Con la seguente motivazione:
Il film, grazie anche alle capacità tecniche del regista Kiro Russo, risulta descrivere perfettamente il duro lavoro dei minatori boliviani, costretti all’oscurità delle gallerie nel lavoro quotidiano, come nella vita familiare, duramente segnata da drammi e povertà. Viejo calavera mette in scena il dramma del lavoro e il dramma sociale, lasciando tuttavia una possibilità di pace e speranza nel futuro, che trova l’appoggio di coloro con cui si condivide un’identica condizione sociale e lavorativa.
Concorso Internazionale Cortometraggi
Premio al miglior cortometraggio del Concorso Internazionale Cortometraggi attribuito da una giuria composta dai selezionatori e organizzatori dei festival della Sardegna dedicati al cortometraggio. I membri della giuria sono: Sergio Stagno (Skepto International Film Festival), Marta Pilloni (USN|expo Sardinia Queer Short Film Festival), Carlo Dessì (Sardinia Film Festival), Giuseppe Mura (Passaggi d’Autore – Festival del Cortometraggio Mediterraneo) e Marco Oppo (Notorius Film Festival).
A Man Returned di Mahdi Fleifel
Vince un premio di € 1.500,00 con la seguente motivazione:
Per la capacità dell’autore di descrivere magistralmente ambientazioni e vicende, riuscendo a mantenere una tensione costante e, soprattutto, a entrare in contatto con il protagonista e con il mondo che lo circonda fino quasi a scomparire, nonostante la drammaticità della storia narrata.
Premio Giuria Cinema Giovani
Premio attribuito al miglior cortometraggio del Concorso Internazionale Cortometraggi da una giuria composta dai 10 studenti di cinema delle Università italiane vincitori del bando “Carbonia Cinema Giovani”. I membri della giuria sono: Fiorella Carpino, Carlotta Centonze, Anna De Biaggi, Claudia Fisciletti, Giuseppe Lai, Elisa Meloni, Davide Orrù, Elisa Pizzato, Eleonora Alessandra Spiga, Shan Xue.
Menzione speciale della Giuria “Cinema Giovani”
Tout le monde aime le bord de la mer di Keina Espiñeira
Con la seguente motivazione:
Abbattendo il confine tra documentario e finzione, il cortometraggio regala una rappresentazione onirica attraverso il “lirismo” delle immagini, raccontando un luogo sospeso in cui il sogno di un futuro migliore si mescola con la realtà.
Premio miglior cortometraggio
Wada’ di Khaled Mzher
Vince un premio di € 750,00 con la seguente motivazione:
Per essere riuscito a trasmettere il senso di attesa e dubbio, rispecchiando l’emotività dei protagonisti, grazie all’ampio utilizzo del linguaggio non verbale degli interpreti e allo stile narrativo raffinato e per aver raccontato la morte e gli effetti devastanti della guerra in maniera delicata e discreta.
Premio Giuria Scuole di € 750,00
Premio attribuito da una giuria composta da studenti e studentesse delle classi IV e V degli Istituti di istruzione superiore della città di Carbonia a un film del Concorso Internazionale Cortometraggi.
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Articoli precedenti:
CFF – DAY0: recensione all’anteprima dell’8 ottobre
CFF – DAY1: le interviste ai protagonisti e la recensione di After Spring
CFF – DAY2: le recensioni dei film in concorso
CFF – Day3: le recensioni dei film in concorso