Nelle intenzioni dei propositori, quello che si è tenuto ieri sera a Carbonia, doveva essere un Consiglio Comunale bipartisan per lanciare un chiaro segnale di compattezza e condivisione sulle tematiche inerenti il riavvio del Polo Industriale di Portovesme. Invece non è andata così e nessuno dei due ordini del giorno presentati, rispettivamente, dal Capogruppo del Partito dei Sardi, Fabio Usai, e dal Consigliere di Carbonia Possibile, Massimo Usai, è stato approvato.
L’adunanza era stata proposta nelle scorse settimane proprio dal Partito dei Sardi per chiedere un chiaro impegno al Consiglio e alla Giunta affinché intraprendessero, al netto delle specifiche competenze dell’ente locale, ogni possibile iniziativa per promuovere in tutte le sedi il riavvio degli stabilimenti industriali fermi e il mantenimento in marcia di quelli ancora attivi, a partire dalla Portovesme SRL.
La decisione della maggioranza è arrivata successivamente al dibattito consiliare e dopo una sospensione dei lavori per 10 minuti dove i Consiglieri si sono consultati tra loro e hanno preso la decisione di votare contro gli ordini del giorno “perché gli stessi non sarebbero stati anticipatamente concordati e perché successivamente non sarebbe stata accettata alcuna modifica al testo da parte dei propositori”.
Una decisione aspramente criticata dal Consigliere del PDS Fabio Usai, così come dai rappresentanti di Carbonia Possibile e del PD, che ha parlato di un atteggiamento ingiustificato da parte del M5S perché “l’approvazione dell’ordine del giorno non sarebbe stata comunque vincolante e avrebbe rappresentato semplicemente un atto politico generico su una tematica molto importante per la città e il territorio”.
Di altro avviso il Sindaco Paola Massidda, che nel suo intervento conclusivo ha manifestato la solidarietà dell’amministrazione ai lavoratori in lotta auspicando “una risoluzione positiva e immediata delle vertenze in essere, senza più rinvii e giravolte da parte del Governo Nazionale e con un occhio di riguardo all’ambiente”, ma decisamente contraria agli ordini del giorno dal “sapore strumentale perché non realizzati con il contributo di tutte le forze politiche”.
Nella minoranza si è registrata l’astensione della Consigliera Daniela Garau (assenti alla votazione Stivaletta e Casti) indisposta a votare gli ordini del giorno “finché tutti i problemi (caro energia, dragaggio del Porto etc.) alla base del mancato riavvio della parte ferma del Polo Industriale non verranno risolti dai Governi Nazionali e Regionali e si smetterà di prendere in giro i lavoratori e i cittadini.”
Fermo restando che la questione energetica è stata affrontata e risolta dal Ministero dello Sviluppo Economico al punto che all’interno dell’attuale legge di Stabilità è stata inserita la “Riforma degli Oneri di Sistema” (fondamentale per garantire il prezzo della corrente intorno ai 25 euro per MWh), e che i 13 milioni di euro per il dragaggio del Porto Industriale sono stati messi a bando da tempo e a breve ci sarà l’aggiudicazione di questo fondamentale appalto, il sostegno agli ordini del giorno, secondo i Consiglieri Massimo Usai e Ugo Piano, era da intendersi proprio come un modo per “promuovere tutte le iniziative utili a far sì che i nodi strutturali e infrastrutturali, alla base della mancata competitività degli stabilimenti industriali, venissero affrontati e risolti”.
Tuttavia, al di là delle rispettive posizioni, più o meno favorevoli al modello di sviluppo industriale, manifestatesi durante il dibattito tra Consiglieri e anche della mancata votazione bipartisan sugli ordini del giorno, tutte le forze politiche, nonché il Sindaco e la Giunta, hanno convenuto sulla necessità di organizzare prossimamente un Consiglio Comunale aperto a tutte le altre Amministrazioni Comunali del territorio e agli interventi delle Parti Sociali e dei lavoratori, per affrontare concretamente e ad più ampio raggio la questione industriale e, contestualmente, lavorare alla costruzione di nuove prospettive economico-produttive per l’intero territorio.
MANOLO MUREDDU