IS GANNAUS: un paese unito per l’arte. Intervista agli autori dei murales

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Nell’estate dello scorso anno, a Is Gannaus ebbe luogo Muralando, iniziativa che cambiò radicalmente il volto di alcuni edifici della frazione di Carbonia.
L’idea di portare disegni e colori tra le strade, venne inizialmente a Matteo Caria, ma fu subito condivisa da altri tre ragazzi, noti nel paese per le loro capacità artistiche: Nicola Gabbrielli, Maurizio Piras e Daniele Pau. Insieme sono riusciti a superare diverse difficoltà, tra le quali reperire i fondi per l’acquisto dell’attrezzatura necessaria alla realizzazione dei dipinti. Proprio in questo frangente, si è potuto assistere a un movimento collettivo inaspettato: il progetto, infatti, è stato finanziato da molte persone del posto e addirittura da emigrati rimasti legati a Is Gannaus.
Un’iniziativa nata per promuovere l’arte, alla fine è riuscita a promuovere anche l’unione e il sentimento di appartenenza di un paese.

 

Carbonia.net: Ciao ragazzi, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Dall’estate scorsa possiamo vedere sui muri di Is Gannaus gli ormai noti murales. Come è nata l’idea?

Matteo: All’ingresso di Is Gannaus si trova un piccolo bar. Come in molti piccoli centri, è un punto di ritrovo, dove molti giovani si incontrano per un caffè o una birretta. È qui che, parlando con degli amici e con lo stesso gestore del bar Remigio Serra, abbiamo pensato di concretizzare ciò che sembrava solo una chiacchierata. Ho sempre sognato di realizzare dei murales. Maurizio, Daniele e Nicola, affascinati dall’idea, hanno dato subito la massima disponibilità. Il progetto nasce per dare visibilità al nostro piccolo paese, per creare un laboratorio creativo all’aperto in grado di rendere nota l’immagine del muralista. Allo stesso tempo, tentare di avvicinare a questo tipo di arte altri ragazzi. Nasciamo insomma come simposio di pittura che fa gruppo, che si relaziona col paese e con le varie realtà circostanti.

Remigio Serra davanti al murale di Matteo

Carbonia.net: Una volta chiaro il progetto nelle vostre menti, quali sono stati i primi passi per poterlo realizzare?

Matteo: Come si può immaginare, non è stato tutto semplicissimo. Una volta creato il gruppo, abbiamo realizzato un progetto scritto, con i dettagli e i preventivi delle spese da sostenere. Successivamente, lo abbiamo presentato in Comune, cercando una partecipazione dello stesso. Inizialmente abbiamo pensato di chiedere l’autorizzazione per utilizzare i muri esterni della nostra circoscrizione, tutt’ora sfregiati da atti vandalici. Pensavamo di riqualificarli e dargli un’altra identità, senza trasformarne la natura. Per varie ragioni, purtroppo, non abbiamo potuto procedere. Peccato, perché il cortile adiacente da poco è diventato un piccolo parco per mamme e bambini: i colori di sicuro avrebbero giovato a tutti.

Carbonia.net: Non solo avete lavorato gratuitamente, ma avete anche dovuto cercare da soli i muri e le risorse per finanziare i colori e l’attrezzatura. Come è andata?

Daniele: Inizialmente, il progetto era totalmente diverso. Come ha già detto Matteo, l’idea era quella di restaurare e abbellire i muri della circoscrizione, visto lo stato in cui si trovano tutt’ora. Ci siamo rivolti innanzitutto al Comune, per proporre l’idea e ottenere dei fondi. Purtroppo, per diverse ragioni, abbiamo ricevuto una risposta negativa. Solo a questo punto abbiamo cercato il sostegno dei cittadini, facendo una raccolta fondi porta a porta e mettendo dei barattoli nei locali commerciali del paese. In tantissimi hanno contribuito ed è stato grazie a loro che abbiamo potuto realizzare questa iniziativa. Tra l’altro, colgo l’occasione per ringraziare tutti! Per quanto riguarda i muri da utilizzare, invece, non è stato difficile. Abbiamo individuato le pareti che ci sembravano più idonee e abbiamo chiesto e ottenuto il permesso dai proprietari.

Matteo: Anche se il Comune non ha potuto contribuire, l’idea non è passata inosservata e gli stessi assessori contattati sembravano compiaciuti. Le problematiche non ci hanno demoralizzato, ma abbiamo optato per qualcos’altro: il coinvolgimento del paese con muri privati e offerte libere per finanziare il materiale necessario. In questo modo, inoltre, l’artista ha potuto avere piena libertà d’espressione, senza seguire una logica progettuale predefinita da altri.

Daniele Pau e il suo murale

Carbonia.net: Sappiamo che per poter realizzare queste opere, non siete stati i soli a lavorare ma anche altri vostri compaesani hanno aiutato gratuitamente nella preparazione preliminare dei muri. È corretto?

Matteo: I nomi delle persone che, oltre ai muralisti, hanno contribuito al progetto in prima persona, sono: Massimo Brai, Remigio Serra, Silvia Steri, Marzio Lisci, Ettore Marras. Sono stati loro – ovviamente oltre a tutto il paese che ha finanziato l’intero progetto – ad affiancarci nelle varie sequenze con dei piccoli aiuti che hanno contribuito a rendere la cosa orgogliosamente “gannarese”.

Carbonia.net: Cosa rappresentano i vostri murales?

Daniele: Il mio murale rappresenta un agricoltore che innesta una pianta di ulivo. È una scena della nostra tradizione agricola, ma ho scelto quell’esatta immagine per rappresentare il vero significato del murale, cioè un nuovo inizio. É un augurio per il paese, sperando che presto ci sia un taglio netto su questo periodo di crisi e che possa rifiorire in una stagione nuova e migliore.

Maurizio: Il mio murale rappresenta il benvenuto nel nostro paese, per questo è stato fatto all’ingresso di Is Gannaus. È un lavoro semi-realistico, dove rappresento l’agricoltore, lavoro simbolo di questo luogo, e una cornice fatta a forma di pergamena, con il benvenuto e il nome del paese.

Nicola: Con il mio murale ho voluto rappresentare le nostre radici, la tradizione, l’amore per la nostra terra e i suoi frutti, disegnando una scena classica del lavoro della vendemmia che si ripete nel corso degli anni.

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Nicola Gabbrielli e il suo murale

Matteo: Per me, il murale è qualcosa di profondamente soggettivo. Nel lavorare a queste opere, l’artista non dovrebbe seguire uno schema o progetto preciso, bensì realizzarle mettendo in atto le sue risorse interiori, utilizzando i mezzi e l’esperienza a disposizione. Credo che ogni disegno debba raccontare qualcosa e suggerire all’osservatore delle sensazioni o dei ricordi. Con tali propositi, io ho voluto rappresentare, in chiave moderna, una problematica della vita dei sardi che sembra non trovare soluzione: l’emigrazione. Nel disegno, ci sono una figlia che parte, un padre che l’abbraccia e una nonna che piange: una scena semplice, ma che raccoglie i simboli della partenza. Altri simboli che marcano la scena, sono la valigia distante, un fazzoletto con i 4 mori (a indicare la Sardegna sofferente per un altro figlio che parte), un orologio senza lancette (nella speranza che il treno non parta) e ultime, ma non meno importanti, le firme di ogni emigrato del mio paese poste sul finestrino, per testimoniare che molte partenze sono causate dalle “colpe” di qualcuno. Chiude il tutto una scritta che dice “piangendo vado via, ma questo paese sarà sempre casa mia”. Il sogno di ogni sardo è tornare, la paura di ognuno di noi è partire. Per questo il mio murale rappresenta una denuncia, uno stato d’animo e un saluto, ma anche una speranza nel cambiamento.

Carbonia.net: Raccontateci qualcosa di voi. Come è nata la vostra passione per il disegno? Vorreste che per voi l’arte diventasse una professione?

Daniele: Non ricordo quando è nata la mia passione per il disegno. Da che ho memoria, mi è sempre piaciuto disegnare ed è stato sempre naturale farlo. Mi piacerebbe che diventasse un lavoro. I tempi che corrono non sono i migliori in questo settore e questo genere di cose, purtroppo, viene valorizzato sempre meno.

Maurizio: La mia passione per il disegno è nata per caso, mi sono avvicinato alla cultura dei disegni “Old School”, a tema marinaresco eseguiti con linee grosse, colori accesi e sfumature. Sto costruendo il mio futuro studiando per diventare barbiere, mestiere che considero un’arte. Per me, i murales e il disegno sono solo un hobby.

Nicola: Ho sempre nutrito una passione per il disegno. Sono autodidatta, ho imparato tanto osservando il lavoro di altri. Mi piacerebbe che diventasse un lavoro e qualche disegno su commissione sono riuscito a ottenerlo, ma penso di avere ancora tanta strada da fare.

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Maurizio Piras e il suo murale

Matteo: Da sempre nutro piacere per l’arte, passione già presente nella mia famiglia. Mio padre, infatti, è uno scultore e mi ha dato l’opportunità di coltivare questo amore. Fin dall’età di nove anni, ho partecipato a vari simposi di scultura, sia in molteplici zone della Sardegna, sia fuori dalla regione per simili eventi di importanza internazionale. Ho frequentato l’istituto d’arte, dove mi sono diplomato con buoni risultati e da sempre mi dedico al disegno a matita, tecnica per la quale nutro una particolare ammirazione. Ho realizzato già diversi murales e l’essere riuscito a fare di una passione il mio lavoro è ciò che per me conta maggiormente.

Carbonia.net: Cosa bolle in pentola? Possiamo sperare di vedere nuovi murales per le strade di Is Gannaus?

Daniele: Per quest’anno stiamo lavorando alla realizzazione di altri murales. L’iniziativa dell’anno scorso è talmente piaciuta che stiamo tentando di farla diventare un progetto a cadenza annuale. Abbiamo però deciso di anticipare un po’ i tempi, quindi già per i primi di maggio saremo all’opera per le strade di Is Gannaus. Venite a trovarci, vi aspettiamo numerosi!

Matteo: Mi piacerebbe che ciò che è nato a Is Gannaus, resti a Is Gannaus, perché è nato per il paese che ci ha sostenuto e che ancora lo farà. Pertanto, gli dobbiamo rispetto, lasciando che il progetto continui ad ampliarsi al suo interno, fino a renderlo il “paese dei murales”, con o senza l’aiuto delle Istituzioni.

Carbonia.net: Grazie ancora per la vostra disponibilità. Speriamo di risentirvi presto per raccontare sul nostro portale le novità sul vostro progetto. In bocca al lupo e buon lavoro.

(Si ringraziano Daniele Pau e Claudia Mereu per le foto).