La laicizzazione del Natale: una perdita o un guadagno?

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Provate a chiudere gli occhi e a ripensare alle emozioni più significative dei primi Natali della vostra vita.

Io ricordo un viale pieno di luci colorate e vetrine luccicanti, dove ogni oggetto in esposizione sembrava solo chiedersi quale sarebbe stata la sua destinazione. Qualsiasi giocattolo, qualsiasi vestito, qualsiasi accessorio, sarebbe potuto diventare, da lì a poco, un regalo.

Magari avrebbe volato sulla magica slitta trainata dalle renne, di sicuro avrebbe procurato un sorriso a chiunque dovesse scartare il pacco.

In quegli anni abitavo nello stesso viale delle luci. E anche il mio albero di Natale era tutto colorato. Non avrei mai pensato che da grande i miei addobbi sarebbero diventati monocolore.

Se provo a pensare alle decorazioni di quei tempi con i miei attuali criteri estetici, vedo un abete di plastica spelacchiato, ricoperto da gingilli totalmente incoerenti tra loro: palline blu, gialle, rosse, verdi, viola. Alcune pure rovinate. Babbi Natale sbilenchi con gli occhi mezzo scoloriti, le guance color vino e i baffi simili a rigidi tergicristalli. E nastri di tutte le tonalità possibili gettati sopra, come fossero reti da pesca. In punta, una stella cometa con le lampadine fulminate. Eppure, per me era perfetto. La felicità e l’emozione non potevano avere un solo colore.Xmas2014one

C’era anche qualcosa di magico, impossibile da definire. Tutto sembrava tanto vicino e tanto distante allo stesso tempo, come sospeso. Il Natale mi dava esattamente quel tipo di sensazioni che da bambini ci si promette di non perdere mai, anche se raramente si riesce nell’intento.

I ricordi e i pensieri smuovono idee ed esigenze. Per questo ho deciso di scrivere un’analisi e una riflessione sul Natale, cercando di fondere, in un solo articolo, sensazioni e considerazioni.

L’origine del Natale è tecnicamente problematica da individuare e sintetizzare. Probabilmente hanno influito numerose tradizioni, oltre ai movimenti interni al Cristianesimo stesso.

Il solstizio d’inverno ha quasi sicuramente contribuito a far sì che il 25 dicembre fosse, già precedentemente al Cristianesimo, un giorno significativo in molte culture diverse. Così, come più in generale possiamo trovare alle origini della religione Cristiana influenze di numerose tradizioni, più specificamente ci sono stati degli influssi eterogenei, ma compatibili tra loro, anche per quanto riguarda l’origine del Natale, la festa di quello che è stato concordato come giorno della nascita di Cristo.

Per un Cristiano ortodosso, il Natale sarebbe quindi un’importante occasione di avvertire la presenza di Dio che, con la nascita di Gesù in Betlemme, sarebbe a tutti gli effetti un Dio tra gli uomini.

Ricordo che da bambino ricevetti alcune pressioni sulle aspettative che avrei dovuto avere la notte della vigilia. Qualcuno mi disse che lo scopo non era quello di ricevere i regali e che la mezzanotte non doveva essere il momento di Babbo Natale, bensì il momento di andare a messa.

Nell’ultimo secolo, tuttavia, il Natale è stato plasmato fortemente dal processo di secolarizzazione e ha sviluppato una propria “identità laica”.

Questo ha generato numerose discussioni: si è fatto appello alle origini e al senso religioso di questa festa.

Si è anche cercato di slegare totalmente il Natale dalla religione Cristiana, attraverso un cambiamento nel nome e nel concetto. Famoso fu il caso della scuola Manzoni di Cremona, che sostituì il Natale con la “Festa delle Luci”.

Ora, sebbene sia inopportuno e di dubbia legittimità pensare a un Natale ortodosso senza luci, pacchi scintillanti e shopping dell’ultimo minuto, un’anomalia è presente anche nel tentativo di annullare dal Natale tutti i connotati ereditati dalla tradizione Cristiana.

Immergersi nella tradizione, non implica infatti alcun credo di tipo religioso. Plausibilmente questo avviene, seppur inconsciamente, anche nella testa dello stesso cattolico praticante, che nel fare il proprio albero di Natale si rallegra dell’ambiente circostante senza riflettere sulle origini pagane o sul successivo simbolismo biblico.

Quello che sto dicendo, in altre parole, è che lo spirito del Natale è uno spirito effettivamente laico, pieno di magia e simboli positivi. Questi elementi possono essere ritenuti universali, totalmente separati da qualsiasi religione e religiosità. Quest’ulteriore caratteristica, slegata da fattori sovrannaturali, può essere persino garante di unione.

Con questa consapevolezza possono essere valorizzati tutti gli aspetti, materiali e non. Le luci di Natale possono essere vissute come una reale esperienza di gioia e mistero.

I regali, se fatti con l’atteggiamento più opportuno, saranno gesti di scambio per chi, avendo provato l’emozione positiva dello scartare una sorpresa tanto attesa, vuole offrire la stessa esperienza agli altri.

Continuerà allora a esistere Babbo Natale, simbolo di questa forza che riesce, in una sola notte, a far arrivare i doni in tutto il mondo.

In fondo il sentirsi vicini e il provare emozioni condivise, dovrebbe appartenere più alla terra che al cielo.

Carbonia.net augura a tutti un Buon Natale!

Natale 2014