Mozione di sfiducia si, mozione di sfiducia no. In un periodo in cui il giornalismo sembra essersi profondamente appassionato alle bozze, da giorni circolano quelle su una mozione di sfiducia che pare abbia scritto Michele Stivaletta, anche se lui stesso dichiara di non averla passata alla stampa.
Il nome della bozza circolata sulla stampa è WhatsApp-Image-2020-06-19-at-18.51.05-685×1024.jpeg
Un consigliere comunale pare abbia fotografato e spedito la mozione di sfiducia, via Whatsapp, ancora senza firme durante la seduta del Consiglio Comunale del 19 giugno, alle ore 18:51.
Ecco il suo commento integrale riportato su Facebook
“In realtà si parlava dell’argomento sia in maggioranza, sia in minoranza“, scrive Michele Stivaletta in un commento a un post sul gruppo Facebook Carbonia.
La prima ad avere il timore di non riuscire più ad avere i numeri è proprio la maggioranza, che peraltro ormai quasi ad ogni votazione non ha il numero legale, garantito dall’opposizione anche venerdì.
La maggioranza non aveva i numeri neppure per votare il bilancio di previsione 2020, ma l’emergenza Covid-19 ha imposto a tutti noi, per coscienza, di dotare il comune di uno strumento che consentisse di spendere risorse in un momento particolarmente delicato della storia mondiale.
Non era quello il momento ed il modo per farli cadere.
Tutto questo però non può andare avanti nel silenzio generale!
Le persone chiedono spesso cosa stia facendo la minoranza per mettere fine a questa consiliatura.
I modi sono due: dimissioni in blocco della maggioranza dei consiglieri o votazione a maggioranza di una mozione di sfiducia; tanto le dimissioni volontarie non arriveranno.
Prima che approfondissi la questione in oggetto ho ricevuto chiamate anche da Cagliari che chiedevano se fosse vero che avremmo dovuto presentare una mozione di sfiducia.
Questo fa capire che le persone hanno avuto sentori prima ancora che tutto ciò fosse concreto.
Approfondita la tematica nella giornata di giovedì ho chiamato al telefono tutti i Consiglieri di opposizione per capire cosa ne pensassero.
Il documento non deve avere una primo genitura.
Ho anche condiviso il testo con alcuni colleghi.
Non ho discusso con alcun giornalista dell’argomento sino al giorno del consiglio (in cui le voci si rincorrevano ed in cui ha circolato il documento per la sottoscrizione).
Personalmente non ho mai trasmesso il testo della mozione ad alcun giornalista.
Questo non vuole essere un agguato personale contro nessuno, sia esso di maggioranza o di minoranza.
Però c’è una necessità: andare ad elezioni quanto prima.
La prossima elezione utile (art. 141, comma 4 TUEL) è questo autunno (in Sardegna con molta probabilità ad ottobre).
Se riuscissimo a discutere l’argomento in Consiglio entro luglio ci sarebbero i tempi per convocare i comizi elettorali, a tal proposito ho avuto anche una conforto in Anci.
Ciò consentirebbe di avere eventualmente un commissario per brevissimo tempo.
Ciò consentirebbe anche di chiedere democraticamente alla città chi dovrebbe amministrare nei prossimi 5 anni.
Non ho fatto io un programma di 45 pagine, non ho promesso io che avrei rivoluzionato la città, non ho promesso io che sarebbe cambiato tutto in meglio…
Ora gli stessi che prima promettevano una casa di vetro si affannano ancor di più a dire e pubblicare che coloro i quali verranno dopo, potranno fare poco o nulla, che si vogliono mettere le mani sul forziere, che si fa tutto per campagna elettorale.
Ciò denota solo una cosa: l’imbarazzo di una maggioranza e dei relativi sostenitori….
Io non voglio che mi si dica che abbia fatto poco per mettere la parola fine a questa amministrazione.
L’originale della mozione di sfiducia in mio possesso ha già 10 firme, ci sarà un confronto in opposizione lunedì, depositeremo il documento martedì.
Questo è quel che è capitato. Ho scritto di getto e mi scuso di qualche eventuale errore di battitura.
Spero di essere stato esaustivo“.
Michele Stivaletta è stato esaustivo e finalmente abbiamo una notizia degna di questo nome: la mozione di sfiducia ha il numero di firme necessarie per essere protocollata e discussa in Consiglio.