Scavi e posti di lavoro a rischio: adottiamo il nuraghe Sirai

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Foto G. Alvito, propr. Ifras, riproduzione riservata.
Foto G. Alvito, propr. Ifras, riproduzione riservata.

Il nuraghe Sirai è il primo ad essere scavato nel territorio di Carbonia. Inglobato al centro della fortezza, la planimetria risulta complessa, con almeno 5 torri, e mostra un’imponenza e uno stato di conservazione eccezionali.

Il cantiere di scavo del Nuraghe Sirai è incardinato all’interno del Sistema Museale Cittadino del Comune di Carbonia (formato da Museo Archeologico Villa Sulcis e Parco di Monte Sirai-Nuraghe Sirai, Parco urbano di Cannas di Sotto, Ciam) e nell’ambito della concessione di ricerca affidata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (dal 2007 ad oggi) allo stesso Comune di Carbonia attraverso il Museo Villa Sulcis.

L’insediamento si è rivelato di eccezionale interesse per la scoperta della presenza fenicia e dell’ultima fase della civiltà nuragica. Fornisce, infatti, le prove e la documentazione di una concreta integrazione delle popolazioni di origine orientale (i fenici) e delle comunità nuragiche in una comunità mista nuragico-fenicia. Testimonia, inoltre, un insediamento con forte vocazione produttiva di grande specializzazione (produzione del vetro, dei metalli, delle pelli, della ceramica) con caratteristiche ibride e, pertanto, originali, dovute alla fusione delle due culture di origine.

Foto G. Alvito, propr. Ifras, riproduzione riservata.
Foto G. Alvito, propr. Ifras, riproduzione riservata.

I risultati degli scavi e degli studi sul nuraghe Sirai sono stati sistematicamente pubblicati su riviste scientifiche e l’unicità dell’insediamento è stata riconosciuta nel 2012 anche dall’Accademia Nazionale dei Lincei, che gli ha dedicato una presentazione a cura del prof. Mario Torelli.

Nel cantiere lavorano due squadre di lavoratori (circa 20 persone), impiegati rispettivamente nelle operazioni di scavo e restauro conservativo del sito, nel rilievo archeologico e nel disegno dei materiali archeologici.

Attualmente il sito è aperto al pubblico soltanto durante manifestazioni come Monumenti Aperti o le Giornate Europee del Patrimonio ma gli obiettivi dello scavo del nuraghe Sirai sono ben più ambiziosi e condivisibili: in primis un obiettivo puramente scientifico, cioè l’indagine archeologica, ma anche la valorizzazione del monumento come leva di sviluppo turistico e culturale. Il nuraghe Sirai diventerà il primo parco archeologico e ricreativo, ovvero un “ludoparco tematico”. Si intende realizzare un progetto sperimentale-didattico: un’area dedicata a laboratori di archeologia sperimentale (costruzione di abitazioni, riproduzione di attività artigianali della fortezza come torni e forni per la ceramica, fusione dei metalli e del vetro) fino a riprodurre, in prospettiva, un intero settore dell’insediamento; infine sono previsti  interventi di collegamento fra i siti del Parco di Monte Sirai – Nuraghe Sirai (villa romana, strada romana e naturalmente i numerosi siti del pianoro di Monte Sirai) attraverso sentieri segnalati e valorizzati, percorribili a piedi e in bicicletta. In prospettiva, dunque, la città potrebbe avere un polo di attrazione turistica contestualmente a un polo didattico, con la possibilità di formare gli studenti di archeologia, e di ricerca scientifica che ha già suscitato l’interesse da parte degli studiosi.

2012 - Foto G. Alvito, propr. Ifras, riproduzione riservata.
2012 – Foto G. Alvito, propr. Ifras, riproduzione riservata.

I primi interventi relativi alle indagini preliminari sull’ambiente naturale originario e sul suo ripristino e valorizzazione, sono stati finanziati da una prima tranche di contributi erogati dalla Fondazione Sardegna (già Fondazione Banco di Sardegna), mentre per la realizzazione vera e propria del parco, oltre alla prosecuzione degli scavi saranno necessari investimenti di maggiore entità.

Attualmente desta preoccupazione il fatto che la convenzione tra la Regione Sardegna e l’impresa appaltatrice dei lavori, Ati Ifras, scadrà il 31 dicembre di quest’anno e ad oggi non è ancora stata bandita la gara d’appalto internazionale che affiderà i lavori nei prossimi anni. Il 21 settembre scorso gli Amministratori dei Comuni del Sulcis Iglesiente insieme ai responsabili dei cantieri archeologici hanno scritto una lettera aperta al Presidente della Regione in cui viene richiesta “la prosecuzione di un modello progettuale e prassi di lavoro virtuoso, produttivo, fecondo di  buone pratiche e promettente per le future generazioni”.

Abbiamo parlato della situazione con Carla Perra, direttrice del museo di Villa Sulcis e coordinatrice scientifica dei lavori per il sito del nuraghe Sirai, e con Loriana Pitzalis, responsabile di DreamBOOK Sardegna, casa editrice che ha in progetto una campagna di crowdfunding volta a finanziare i lavori di scavo e valorizzazione.

Carbonia.net: Dott.ssa Perra, ci può descrivere la situazione in breve?

Giara di tradizione nuragica. Foto di C. Perra, riproduzione riservata.
Giara di tradizione nuragica. Foto di C. Perra, riproduzione riservata.

Carla Perra: Lo scavo è realizzato all’interno di una concessione di ricerca. La concessione di ricerca è un diritto che il Ministero dà a enti in genere, come ad esempio università, per eseguire delle ricerche e delle indagini su siti archeologici che sono patrimonio della Repubblica Italiana, quindi di tutti noi. La concessione di ricerca è data al Comune di Carbonia attraverso il Museo archeologico Villa Sulcis. Questa concessione è potuta andare avanti per tanti anni grazie alla presenza di una squadra stabile di una società privata che si chiama Ati Ifras. Tale società si configura come un’associazione temporanea di imprese a cui nel 2001 la Regione Sardegna ha affidato il ricollocamento di circa 500 lavoratori (su 86 comuni, solo nel Sulcis circa 200 persone) dopo un’adeguata formazione, su tre filoni di lavoro: bonifica delle miniere, bonifiche ambientali e i lavori di matrice archeologica (sia scavi che valorizzazione e catalogazione nei musei). La convenzione finisce il 31/12/2016 e prima di tutto le 500 persone perdono il lavoro (se va bene, ci saranno gli ammortizzatori sociali) in attesa di una gara d’appalto internazionale che non è nemmeno stata bandita e quindi chissà quando verrà aggiudicata. La domanda che mi pongo è la seguente: da qui all’aggiudicazione di questa gara internazionale, che fine fanno i lavoratori e gli scavi?

Inoltre, queste persone, grazie ad una formazione continua, hanno acquisito delle competenze specifiche (ad esempio, rilievi digitali dello scavo, conoscenza di software come AutoCAD, le piante di strato, le sezioni, i disegni dei materiali e la loro resa digitale) che andrebbero perse.

Carbonia.net: Perché il nuraghe non è ancora aperto costantemente al pubblico?

Carla Perra: Attualmente il nuraghe Sirai rimane un cantiere. Manca la recinzione e l’elettricità e non abbiamo i fondi necessari. Mancano quindi delle minuzie. La spesa per la recinzione non è altissima ma è comunque sostanziosa. L’Ati Ifras aveva dei finanziamenti in passato che avremmo potuto impiegare per la recinzione, c’erano anche dei progetti in fase quasi esecutiva. Poi c’è stata una crisi nel 2015 in cui la Regione ha effettuato minori trasferimenti e adesso abbiamo la crisi della convenzione in scadenza e non ci sono nemmeno i soldi per gli stipendi. Quale sia il motivo del contenzioso tra la Regione e l’Ati Ifras a me e ai lavoratori non interessa, il dato è che i soldi non ci sono.

Carbonia.net: Farete anche un museo associato, come ad esempio hanno fatto per il nuraghe Losa?

Interno sala 1, Foto di S. A. Manca, riproduzione riservata.
Interno sala 1, Foto di S. A. Manca, riproduzione riservata.

Carla Perra: No, di musei ce ne sono fin troppi, noi vogliamo fare un parco. Con le tecnologie moderne è superabile l’idea del museo associato al nuraghe che raccoglie gli oggetti ritrovati nel nuraghe stesso.  Intanto non si possono aprire mille musei che implicano custodia, sicurezza, manutenzione. Con le attuali tecnologie si possono fare proiezioni virtuali di ciò che è stato ritrovato all’interno degli ambienti, come l’officina, la conceria, il magazzino.  La cosiddetta “realtà aumentata” rappresenta il futuro dell’attività museale.

Carbonia.net: Perché il nuraghe Sirai è unico nel suo genere?

Carla Perra: È diverso dagli altri perché è l’unico finora in Sardegna in cui il villaggio della fine dell’età del bronzo, che spesso contorna invece i nuraghi complessi, è coperto da una fortezza che di per sé è una tipologia inedita di insediamento in Sardegna, con una cinta da fortificazione fatta con terrapieni, sempre di matrice orientale. La fortezza non solo è l’espressione di una tipologia insediativa inedita, ma anche l’unico insediamento scoperto in Sardegna in cui ci sono due elementi di novità: la fase più recente del ferro per la civiltà nuragica, cioè è l’unico insediamento dove è attestata la seconda fase del ferro, cosiddetto ferro secondo, con tutte le espressioni nella cultura materiale come le giare, le armi, gli utensili, che è possibile vedere dentro il museo di Villa Sulcis; il secondo elemento di assoluta novità è che testimonia una fase storica animata da una comunità mista dove la civiltà nuragica è integrata con una comunità fenicia che mantiene tutte le sue tradizioni per quanto riguarda il set di cultura materiale: ad esempio le anfore, i piatti, le brocche.

È sbagliato però dire che solo al nuraghe Sirai si attesta una comunità mista. Anche al Tophet di Sant’Antioco, risalente ad almeno un secolo prima rispetto al nostro nuraghe, ci sono delle forme ibride di ceramica come dei boccali non più canonici da un punto di vista della tradizione nuragica ma che hanno qualcosa di fenicio oppure delle anfore di impianto nuragico con una decorazione di richiamo fenicio. Però nel caso del nuraghe Sirai si hanno tutte le forme della cultura materiale, cioè dall’impianto dell’insediamento alla forma dei quartieri, alla forma dell’architettura, alle tecniche di lavorazione della ceramica. Tutto è mescolato, ibridato. È unico proprio perché è originale.

Carbonia.net: Quando sono iniziati i lavori di scavo?

Carla Perra: Seriamente intorno al 2000. Poi però come concessione di scavo quindi con un impegno costante di tre mesi all’anno, a partire dal 2008.

Carbonia.net: Quale è stata la risposta del pubblico nei giorni in cui è stato aperto ai visitatori?

Carla Perra: Abbiamo avuto un boom di visitatori. Anche semplicemente fare un post sulla pagina del museo con qualcosa di attinente al nuraghe produceva immediatamente migliaia di visualizzazioni. Le conferenze di “Carbonia Studia” erano molto frequentate. Nell’ultima edizione di Monumenti Aperti abbiamo avuto quasi 700 presenze.

Carbonia.net: Quali iniziative sono in cantiere per trovare dei finanziamenti?

Loriana Pitzalis: Io collaboro con una casa editrice che si chiama DreamBOOK Edizioni, con sede a Pisa. Stiamo costruendo reti in tutta Italia e abbiamo creato DreamBOOK Sardegna di cui io sono la responsabile. Quindi ho chiesto all’editore di farci carico, di adottare, il nuraghe Sirai. Ci tengo molto, è il mio pallino da sempre. Per il Comune di Carbonia l’importanza del sito è elevatissima, è un fiore all’occhiello. Carbonia non è solo miniere. A breve ufficializzeremo e attiveremo un crowdfunding tramite la casa editrice, che raccoglierà i fondi con una sezione dedicata per il nuraghe Sirai. Nel bonifico ci dovrà essere scritto  “donazione pro nuraghe Sirai”. Vogliamo lanciare il crowdfunding non solo in Italia ma anche all’estero perché abbiamo pensato che ci sono tantissimi sardi nel mondo. È vero che viviamo in un periodo di ristrettezze economiche, ma anche i piccoli contributi potrebbero essere di grande aiuto. La nostra speranza è di trovare qualche imprenditore illuminato disponibile ad un finanziamento consistente. Nei prossimi giorni avremo il numero di conto corrente che verrà reso pubblico.

L’idea che abbiamo in accordo con la direttrice Carla Perra è di utilizzare i fondi raccolti per il parco ludotematico. Nel momento in cui diventerà fruibile, il nuraghe sarà orgoglio per la città, un attrattore turistico e potrebbe generare anche qualche posto di lavoro. Sarà collegato con il sito di Monte Sirai, sarà proprio un unico Parco Archeologico. Si inizierà dal ripristino del laghetto fino alla costruzione delle capanne rigorosamente nuragiche, poi la copia di tutti i laboratori presenti nel sito e così via.

 

Link per vedere il modello 3D del Nuraghe Sirai:
https://sketchfab.com/models/398b386e3ed9436b8390386866974a43

Pagina Facebook: Museo Archeologico Villa Sulcis Carbonia

Sara Pau e Martina Marras