In Italia si parla continuamente di malapolitica, di corruzione. Espressioni come “appalti truccati” o “favori agli amici” sono entrate nel linguaggio comune da tanti anni, complice anche una parte degli organi di informazione e la loro smania di semplificare a tutti i costi vicende in realtà assai complesse. Capita infatti che delle persone rispettino le regole e tentino di farle rispettare e in cambio ne ricavino un vero e proprio calvario giudiziario. Accade anche questo nel nostro buffo Paese e quando la giustizia fa il suo corso oramai i danni son fatti, spesso i riflettori sono già stati spenti.
Correva l’anno 2007 quando, da neolaureato ingegnere, Pietrangelo Loru vince una borsa di studio dell’Università di Cagliari per un tirocinio di formazione professionale di durata pari a tre mesi rinnovabili per ulteriori tre mesi senza borsa. Sceglie di svolgerlo nel suo Comune di residenza, Perdaxius, certamente per praticità ma anche per cercare di fare qualcosa di buono per la sua cittadina.
Inizia il tirocinio con grande entusiasmo, inserito nell’area tecnica del Comune. Si occupa di varie faccende, tutte interessanti agli occhi di un giovane laureato e a poche settimane dallo scadere dei sei mesi ha anche la fortuna di prendere parte ad una commissione di gara per l’affidamento dell’appalto del Servizio Integrato di Igiene Urbana.
Alla gara pubblica partecipano solo due ditte, la Ditta Musu Efisio di Tratalias e la Cooperativa Sociale Ilary di Perdaxius. La commissione di gara esaminatrice è composta da cinque persone: due tecnici interni al Comune di Perdaxius dipendenti di ruolo, Pietrangelo Loru come tecnico interno tirocinante del Comune di Perdaxius e due tecnici esterni dipendenti di ruolo in altri Comuni.
La gara si svolge nell’agosto 2007 con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa, una modalità che prevede l’espressione del punteggio finale come il risultato del punteggio attribuito all’offerta economica sommato al punteggio relativo all’offerta tecnica per lo svolgimento del servizio. Al termine della procedura di gara, sviluppatasi in tre sedute, si aggiudica l’appalto la Ditta Musu Efisio di Tratalias perché ottiene un maggior punteggio, stante la completezza della propria offerta, rispetto alle carenze dell’offerta della Cooperativa Ilary.
A seguito dell’aggiudicazione la Ditta Musu comincia lo svolgimento del Servizio. Iniziano anche le ripetute segnalazioni per presunte mancanze nello svolgimento degli obblighi contrattuali, segnalazioni quasi sempre ad opera dei membri della cooperativa che non si aggiudica la gara o dei famigliari della stessa. Bisogna precisare inoltre che la Cooperativa Ilary sino a quel momento gestiva gran parte dei servizi comunali (verde pubblico, raccolta rifiuti, pulizie nei locali comunali etc).
Subito si muove anche la politica, l’opposizione porta in consiglio il tema dell’appalto e anche in paese si fa un gran parlare della questione rifiuti. In questo clima nasce un ricorso al TAR e nel frattempo si pongono le basi per un esposto alla Procura della Repubblica ad opera sempre della Cooperativa che non si è aggiudicata l’appalto.
Partono le indagini della Polizia, si susseguono gli interrogatori, iniziano le intercettazioni telefoniche. Sembra di essere in mezzo al più classico dei gialli polizieschi. Puntuale, infatti, arriva il colpo di scena tanto atteso dal pubblico: il Presidente della Commissione, il Titolare delle Ditta che si è aggiudicata l’appalto e il Commissario tirocinante vengono prima iscritti nel registro degli indagati e poi rinviati a giudizio con il capo di imputazione della turbativa d’asta.
Si fa un gran parlare nei giornali, il rinvio a giudizio diventa argomento principale della campagna elettorale per le Comunali del 2011. Tutte le persone coinvolte sono considerate già colpevoli senza processo, come spesso accade, e nel frattempo passano ancora gli anni. Otto lunghi anni di udienze, di testimonianze, di faldoni processuali che, in verità, sarebbe difficile raccontare in poche righe.
Giovedì 20 ottobre 2016 alle ore 14:00 si è conclusa, finalmente, una pagina triste della vita professionale e personale degli accusati. Il Giudice Dott. Castello del Tribunale di Cagliari Rito Monocratico Sezione Penale, in nome del popolo italiano, ai sensi dell’articolo 530 del codice di procedura penale (cioè con formula assolutoria piena e non dubitativa) ha assolto, dall’accusa di turbativa d’asta, gli imputati Serventi Franco, Musu Efisio e Loru Pietrangelo perché il fatto non sussiste.