Francesca Pili, è un’insegnante, ha 45 anni e due figli. È laureata in archeologia, è un’amante della storia e ha sempre lavorato nella progettazione di laboratori per adolescenti e nella valorizzazione dei nostri beni culturali.
Carbonia.net: Considerata la tua esperienza nel percorso di studi prima e nella tua attuale professione, come valuteresti la gestione del patrimonio storico e archeologico del Comune di Carbonia? Per quanto sia di competenza comunale, quali miglioramenti proporresti in materia?
Francesca: I miei studi di archeologia e soprattutto la mia grande passione per il patrimonio archeologico del nostro territorio, mi hanno portato ad interessarmi sin da giovanissima delle culture che ci hanno preceduto nell’occupazione della nostra città. Dei numerosissimi siti censiti del nostro comune (da su Carroppu di Sirri alla città di fondazione del ‘900), pochissimi sono visitabili e musealizzati, la cui colpa onestamente non può ricadere alle passate, e non solo la scorsa, amministrazioni comunali, sono consapevole della carenza strutturale di fondi regionali e nazionali spendibili in tal senso. Nonostante ciò ritengo che questo sia un patrimonio che in futuro possa essere utilizzato per creare una realtà di turismo culturale importante per la città, attraverso la ricerca di finanziamenti ad hoc.
Ho fatto delle piccole ricerche sulla gestione del patrimonio archeologico in Europa, Italia e soprattutto in Sardegna e sono arrivata alla conclusione che andrebbe rivista la conduzione dei nostri beni archeologici: il mondo accademico, si veda per esempio Il Ruolo delle Fondazioni nella Promozione della Cultura: “Esperienze a Confronto – Incontro ad Alghero” 27 gennaio 2017 e gli studi del prof. Domenico D’Orsogna, ma anche le buone pratiche come “Sa Sartiglia” ad Oristano e nel suo territorio e anche META-Fondazione Alghero, spinge per la creazione delle Fondazioni. Queste associazioni riconosciute, regolarmente registrate presso la Regione e con Statuti e bilanci pubblici hanno la caratteristica di poter accentrare la gestione dei molteplici siti e strutture museali e di pianificare, anche attraverso finanziamenti privati, europei e nazionali la miglior fruibilità degli stessi. Le Fondazioni relative ai beni archeologici hanno la partecipazione maggioritaria del Comune che ne garantisce la continuità e permette progettazioni di ampio respiro.
Carbonia.net: Negli ultimi decenni ci sono stati molti dibattiti riguardo la fruizione della cultura, passata da una questione essenzialmente di élite a un fenomeno di massa. Puoi dirci da che parte stai? Il Museo del carbone ha dato molte soddisfazioni da quando è aperto, in termini di flussi turistici e di qualità dell’offerta. Credi che sarebbe auspicabile un incremento turistico simile anche per quanto riguarda l’area archeologica di Monte Sirai?
Francesca: Credo assolutamente che il patrimonio archeologico e culturale di qualsiasi comune sia parte integrante della conoscenza e direi dell’identità di ogni cittadino. Da docente della scuola pubblica, reputo un dovere morale portare allo studio (con la sua accezione latina di amare) del nostro passato tutti i ragazzi e le ragazze, non solo che vivono nel nostro territorio ma anche quelli che saranno invitati a visitarlo. Sapere chi si è e da dove si viene aiuta a creare un forte senso di comunità, una positiva conoscenza di sè e a relazionarsi in maniere empatica con anche le realtà altro da noi: una terra la nostra, interessata da continue migrazioni, sin dalla preistoria, non può non insegnare come siamo discendenti di tanti popoli diversi e lontani che si sono mescolati in noi creando ciò che siamo. Sono molto legata al sito di Monte Sirai, ho avuto la fortuna di partecipare a diverse campagne di scavo sotto la direzione del bravissimo prof. Bartoloni, e mi auspico una maggior fruibilità dello stesso che mi piacerebbe possa far parte di un bellissimo parco archeologico comprendente anche lo stupendo nuraghe Sirai.
In generale sogno una gestione dei siti archeologici che possa prevedere accanto alla parte musealizzata una di studio attivo e continuo, magari sostenuta proprio dai proventi della prima.
Carbonia.net: Ponte sul Rio Cannas: quale destino gli daresti? Riprenderesti l’interessante progetto originario di unire il Museo di Villa Sulcis alla Necropoli preistorica del Parco urbano di Cannas di Sotto o abbandoneresti definitivamente l’idea, prevedendo quindi un progetto importante di rimozione della struttura e riqualificazione delle aree interessate?
Francesca: Onestamente ho avuto non poche difficoltà nel rispondere a questa domanda, un po’ perché ultimamente ci avevo riflettuto poco, un po’ perché da cittadina di Carbonia ho fatto l’abitudine alla sua vista. Pensando ai possibili costi per uno suo smantellamento, credo siano ingenti e sicuramente utilizzabili in maniera a mio avviso più produttiva. Penso anche che un possibile restauro e riutilizzo debba per forza coinvolgere in maniera più partecipata la cittadinanza e il quartiere, pertanto proverei a proporre un concorso di idea per una sua riqualificazione. Fermo restando che potenzierei senza dubbio il parco di Cannas di sotto, valorizzando la sua bellissima caratteristica di essere un sito pre-nuragico (domus de janas a pozzo) ma anche settecentesco (medau), e il ritrovamento all’interno di una sua sepoltura di una statuina della Dea Madre, mai esposta in città e tutt’oggi in prestito. Sicuramente proporrei un’importante mostra o evento per farla conoscere al pubblico.
Carbonia.net: Carbonia è una città di fondazione, nata cioè per volontà politica durante il ventennio fascista. Immagina un luogo autonomo rispetto al Museo del Carbone, magari in posizione centrale, che raccolga più in generale la genesi della città dal punto di vista architettonico e storico: un museo del fascismo. Ti viene in mente un’idea utile alla ricerca e alla conservazione del nostro patrimonio storico, oppure tu per prima consideri che sia ancora presto per parlare serenamente del periodo storico di Mussolini fuori dal Museo del Carbone? Non credi che potenzialmente l’idea sarebbe in grado di attrarre flussi turistici diversi dagli appassionati all’archeologia industriale?
Francesca: Non ritengo utile la creazione di un museo del fascismo, i luoghi dolorosi come Auschwitz non sono musei del nazismo ma monito dell’orrore umano. Sottolineerei invece l’unicità di Carbonia come città del ‘900. Credo che il lavoro promosso nel 2009 dalla Facoltà di Architettura di Cagliari e dal Comune di Carbonia che ha portato al conseguimento, due anni dopo, del riconoscimento internazionale del Premio del Paesaggio da parte del Consiglio d’Europa abbia sottolineato l’ottima valorizzazione fatta della città di Fondazione. Mi è capitato poi, nel mio piccolo, di scrivere un progetto per il Piano Triennale delle Arti, finanziato dal MIUR, che prevedeva la ricostruzione virtuale di alcune abitazioni della città da parte degli alunni dell’Istituto G.M. Angioy di Carbonia. In quest’occasione ho constatato ancora una volta come la conoscenza permetta di apprezzare maggiormente la nostra città e sia punto di partenza per ulteriori considerazioni sociologiche e antropologiche, che mai ricada in una sterile lotta con il passato o pedissequa imitazione, ma anzi attivi nei nostri giovani interesse e la capacità di intuire le scelte e i valori che sempre sono alla base di qualsiasi progettazione architettonica, permettendo loro di avere maggiore consapevolezza.
In quest’ottica di fruizione attiva della storia vedrei sicuramente bene l’utilizzo, come già d’altronde proposto dall’uscente amministrazione, di tutti gli spazi della Grande Miniera, non sono museo dell’archeologia industriale ma cantiere per economia creativa. Tutti i tesori, sparsi su tutto il nostro territorio comunale hanno necessità di una visione e gestione d’insieme, che possa potenziare ciò che già funziona ma che faccia anche da volano per i luoghi oggi dimenticati e trascurati.
Carbonia.net: Come hai vissuto politicamente gli ultimi cinque anni di Amministrazione? (Qual è il tuo giudizio sulla giunta Massidda, cosa critichi maggiormente, c’è qualcosa che salvi)
Francesca: Credo che le critiche e le mie impressioni positive, riguardo la passata amministrazione siano leggibili tra le righe delle precedenti risposte, ad ogni modo la vera e importante critica che mi sento di avere come monito è il non aver avuto abbastanza fiducia nel personale amministrativo del nostro comune, nei tecnici e negli amministrativi che da anni lavorano presso i nostri uffici, non penso si debba generalizzare, ma la maggior parte degli amministratori degli ultimi cinque anni non è riuscita a creare un team con le persone che lavoravano per loro, si sono spesso isolati e questo ha portato ad un progressivo isolamento anche dalla cittadinanza. Durante la scorsa campagna si sono assunti impegni onerosi che non è stato possibile realizza per molteplici motivi: la carenza di fondi delle casse comunali e l’inesperienza che una volta superata è stata comunque invalidata dalla pandemia.
Carbonia.net: Possiamo sapere da quanto tempo sei interessata alla politica e come è nata la tua candidatura? (Chi ha avuto l’idea, come si è sviluppata, perché hai deciso di accettare)
Francesca: La mia candidatura è maturata con la possibilità di partecipare più attivamente alla vita politica della città. Avendo sempre avuto un’impostazione di sinistra la mia scelta è quindi stata spontanea per la lista di articolo 1.
Carbonia.net: Secondo te sarebbe stato meglio se Pietro Morittu e Luca Pizzuto avessero trovato un accordo per correre insieme alle elezioni, anziché come avversari?
Francesca: A me come credo alla maggioranza delle cittadine e dei cittadini che da sempre si orientano a sinistra sarebbe piaciuto che ci fosse una forte e non equivoca coalizione di centro sinistra, che rifacendosi al progetto nazionale sarebbe potuta essere un laboratorio per la Sardegna, come freno all’attuale destra che risiede in Regione. La storia però, come tutti sappiamo, è stata scritta diversamente, e in questa situazione non posso che, poiché condivisa, appoggiare totalmente la candidatura di Luca Pizzuto a sindaco e la scelta di articolo 1 di creare un’altra coalizione. Reputo Luca Pizzuto il candidato giusto per nostra città.
Carbonia.net: Tu personalmente credi che esista un pericolo democratico a Carbonia, nel caso il consigliere uscente Daniela Garau vincesse le elezioni contro qualsiasi pronostico?
Francesca: Pur non condividendo i valori che muovono la sua politica, ho un’immensa considerazione e stima per la candidata sindaca Daniela Garau, che spero di poter definire amica oltre che collega, per questo motivo onestamente data sua integrità morale non nutro alcun dubbio circa possibili pericoli per la democrazia.
Carbonia.net: Quali pensi siano le priorità da affrontare nel caso vincesse la lista che sostieni?
Francesca: La priorità da affrontare ritengo sia quella di invertire la tendenza di sfiducia e pessimismo, di solitudine che pervade la città, provando a rimettere in moto un’economia che questa volta sia adatta a noi, un’economia creativa che trasformi le nostre realtà in opportunità. Tutto il resto verrà da sè con la serenità di una qualità di vita migliore. Allora l’amministrazione perfezionerà, aggiusterà e ottimizzerà tutti i servizi.
Carbonia.net: Quali sono i motivi per cui gli elettori dovrebbero scegliere te tra i tanti candidati a consigliere comunale?
Francesca: Credo che la politica, con la P maiuscola sia uno degli impegni più difficili e importanti. Mi anima una forte volontà di restituire in parte alla mia città le mie conoscenze e competenze, l’impegno di acquisirne delle nuove ma soprattutto sento il dovere morale di provare a restituire un sogno ai miei coetanei, lasciare una città più facile ai giovani e restituire l’orgoglio di farne parte agli anziani
Carbonia.net: In caso non riuscissi a essere eletta, pensi di rimanere attiva in politica e nel territorio?
Francesca: Poco prima dell’inizio della pandemia di Covid 19, avevo iniziato a pensare di mettere a disposizione le mie piccole conoscenze di progettazione fatte per le scuole alle associazioni del territorio, questa sarà comunque una strada che intendo intraprendere qualunque sia la risposta che verrà dalle urne questo fine settimana.
Carbonia.net: Come percepisci la condizione della donna oggi? (in generale e nel Sulcis in particolare)
Francesca: Sono molto sensibile alla condizione della donna, come sanno bene i miei alunni, ai quali non lesino lezioni e dibattiti, imprescindibile è secondo me l’educazione e l’esempio. Ho la fortuna di avere a che fare con menti aperte e ricettive che sono i nostri figli, vorrei invitare tutti a parlare maggiormente con loro ma soprattutto credo sia importante far vedere come si debba vivere, farli vivere nel rispetto. Mi ritengo fortunata di essere una donna ma sento anche di partire da una posizione di handicap, la famiglia, la cura e in generale tutto il welfare è sulle nostre spalle, ci zavorra. Ritengo per questo importantissimo che il comune potenzi tutti i servizi (asilo nido, dopo scuola e accoglienza al mattino, colonie estive etc, assistenza alle persone fragili) anche attraverso il preziosissimo e indispensabile aiuto delle associazioni, affinché le donne possano avere realmente le stesse opportunità.